3.4.1 Accento

L’accento ha tre significati diversi. Può riferirsi alla sillaba che è pronunciata più forte delle altre: si dice in questo caso che l'accento cade su tale sillaba. L’accento può, inoltre, riferirsi a una maniera di pronuncia che varia da ciò che è considerato la norma. In questo caso si dice che qualcuno parla con un accento napoletano, accento francese e così via. Infine, può considerato anche un segno grafico. Se l'accento ci informa su come una parola dev’essere pronunciata, parliamo di segni diacritici. L'accento sopra la e in caffè, per esempio, ci insegna che questa e deve essere pronunciata come una e aperta. Quando serve solo a informarci della funziona grammaticale è segno non diacritico: con l'accento distinguiamo per esempio tra la e utilizzato come congiunzione e la terza persona singolare presente: è.

Qui ci riferiamo all’accento che ci informa sulla pronuncia.

In francese l'accento ci informa sul valore fonetico, ma non ci dice quale sillaba deve essere pronunciata più forte delle altre. L'aggettivo possessivo prima persona plurale, per esempio, non porta l’accento e pertanto la o viene pronunciata come una o aperta: notre maison <=> la nostra casa. Il pronome possessivo prima persona plurale ha un accento: le nôtre <=> il nostro.

In spagnolo è al contrario che in francese. L'accento serve unicamente per indicare la sillaba che deve essere pronunciata più forte delle altre: la razón <=> la ragione. La tilde è un’eccezione: ci insegna che la n deve essere pronunciata mouillé, come la gn in italiano in parole come gnomo.

In portoghese gli accenti - accento acuto, accento circonflesso e tilde, l'onda su a, e, o hanno due funzioni. Descrivono il valore fonetico ma allo stesso tempo indicano anche la sillaba che deve essere pronunciata con maggiore forza.


L'accento circonflesso indica che â, ê e ô devono essere pronunciate come vocali chiuse. Nella o chiusa le labbra sono arrotondate come se dessimo un bacio all’aria: conoscere. La O aperta è come quella in cosa. Abbiamo una e aperta nella parola caffè e una e chiusa in essere. Una a aperta non esiste in italiano, ma si può dire amare aprendo molto la bocca, ricevendo così una a aperta. La sillaba con l'accento circonflesso viene pronunciata più forte delle altre.


La stessa cosa vale per é,á, ó. L'accento acuto indica che e, a, o devono essere pronunciate in maniera aperta, ossia la e come in caffè, la o come in cosa e la a pronunciata con la bocca aperta.


(Per coloro che parlano francese. È esattamente all'inverso che in francese. L'accent d'aigu in francese indica che si deve pronunciare la e come chiusa, l’accento grave indica che si deve pronunciare la e come aperta.)

La tilde (portoghese til) indica che la vocale è pronunciata in modo nasale e anche in questo caso la sillaba con la tilde è pronunciato più forte delle altre. L'accento circonflesso, l'accento acuto e la tilde hanno tutti una doppia funzione. Descrivono il valore fonetico e la sillaba che deve essere pronunciata più forte.

L'accento grave però ha un tutt'altra funzione. Se si scontrano l'articolo a e la preposizione a, abbiamo due a e queste due a vengono unite a una sola, che riceve un accento grave. Esso non è pertanto un segno diacritico, non ci dice nulla della pronuncia: è un segno grammaticale: à => aa mulher => à mulher. (alla donna)

Tutte questo è un po' difficile da memorizzare ma non è necessario farlo perché vedremo ancora mille esempi con audio e pertanto si imparerà tutto questo automaticamente. Basta essere un po' sensibilizzati affinché si presti più attenzione a questi fenomeni.

Una sillaba con accento acuto, circonflesso o tilde sempre è accentuata, tuttavia questo non significa che la sillaba accentata porti sempre l'accento. Le parole che finiscono in a, e, o, -am, -em, ens (e le forme plurale de queste parole as, es, os) si pronunciano sempre più forte sull’penultima sillaba e pertanto non c'è nessuna necessità di mettere un accento. Soltanto le eccezioni ne ricevono uno.


Le parole che finiscono per consonante o in i / u / a nasale si pronunciano più intensamente in quest'ultima sillaba e pertanto non è necessario metter un accento. Soltanto le eccezioni ne ricevono uno.






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